Ristrutturazione aziendale – Il legale salva l’impresa

Passa dall’avvocato la salvezza dell’impresa in crisi. Perché per districarsi nel labirinto normativo, scegliendo il più adatto tra i molteplici strumenti messi a disposizione dalla legge fallimentare, le novità legislative, la giurisprudenza, le implicazioni legali di ogni singolo passaggio per debitore e creditore, a fare la differenza, per il destino dell’impresa e il suo futuro riposizionamento sul mercato, è proprio il piano costruito «su misura» da avvocati specializzati ed i suoi consulenti.

Tre le possibili vie d’uscita per l’azienda in crisi previste dalla normativa: il risanamento ex art. 67 della legge fallimentare, che presuppone una crisi transitoria; l’accordo di ristrutturazione ex art. 182-bis, che implica una crisi d’impresa più intensa; e infine il concordato ex art. 160, da applicare quando l’azienda è in «codice rosso». Infinite, però le sfumature. In un contesto dove da un lato i fallimenti delle imprese, in Italia, continuano a crescere, dall’altro la normativa è in continua evoluzione.

Secondo gli ultimi dati Cerved, nei primi nove mesi del 2012 i fallimenti hanno sfiorato quota 9 mila (+2% rispetto ai primi nove mesi 2011), le procedure concorsuali non fallimentari sono state 1.500 (+7,3%) e le liquidazioni 45 mila (+0,3%). Nel frattempo, la normativa cambia: da ultimo, a settembre, il decreto sviluppo ha previsto la possibilità, per l’imprenditore, di presentare al tribunale una domanda di «concordato in bianco», che gli consente di arrestare le iniziative dei creditori per il tempo necessario a predisporre un piano contenente le proposte dettagliate di ristrutturazione dei debiti e di soddisfacimento dei crediti.