Infortunio sul lavoro chi paga?

La normativa in materia di infortunio sul lavoro prevede che in caso di assenza  causata da incidente o malattia professionale, al lavoratore vengano corrisposte le seguenti somme:

Il datore di lavoro è obbligato a indennizzare il lavoratore per i primi 4 giorni, a partire dalla data dell’infortunio, che comprendono la giornata in cui è avvenuto l’infortunio, che è pagata al 100% della retribuzione giornaliera, e i successivi 3 giorni, chiamati “periodo di carenza” che sono pagati invece al 60% della retribuzione giornaliera.

– l’INAIL è tenuta a pagare l’indennità giornaliera a partire dal quinto giorno nella misura del 60% della retribuzione media giornaliera, fino al 90° giorno, e il 75% della retribuzione media giornaliera dal 91° giorno fino alla completa guarigione. La differenza, pari al 40% nel primo periodo (5° – 90°) e al 25% nel secondo (91° – guarigione), è corrisposta dal datore di lavoro.

Tuttavia, sebbene l’ordinamento preveda l’obbligo a carico dei datori di stipulare l’assicurazione contro gli infortuni per i lavoratori dipendenti, di fatto, molti di essi non sono garantiti da alcuna polizza assicurativa.

Quindi, cosa succede se il lavoratore non è regolarmente assicurato contro gli infortuni sul lavoro?

Se un dipendente non assicurato dovesse subire un infortunio sul posto di lavoro, l’INAIL interverrebbe automaticamente in base al principio dell’automaticità delle prestazioni.

Questo significa, in altri termini, che se il datore di lavoro non ha stipulato un’assicurazione per il proprio dipendente, o non è in regola con i pagamenti dei contributi, il lavoratore infortunato viene comunque indennizzato.

Diversa è la posizione di alcune categorie di professionisti, per i quali non è prevista la tutela assicurativa INAIL (pensa, ad esempio, agli agenti di commercio, ai consulenti del lavoro, agli avvocati etc.). In quest’ultimo caso, sarebbe opportuno per il lavoratore autonomo stipulare un’assicurazione privata che lo tuteli dagli incidenti che potrebbero verificarsi durante lo svolgimento della propria attività professionale.

La polizza privata sarebbe, inoltre, una buona integrazione per i lavoratori regolarmente dotati di assicurazione obbligatoria, i quali, in questo modo, potrebbero coprire anche le “sfortunate” circostanze non indennizzate dall’INAIL.