Giudice inglese cancella 91 divorzi di cittadini italiani: «Residenze fittizie per accelerare i tempi»

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Sir James Munby, giudice supremo britannico nelle dispute di divorzio, denuncia 179 casi di italiani che si erano appellati alla corte britannica per porre fine al proprio matrimonio. Le sentenze, a parere del magistrato che ha agito su mandato della Corona, vanno considerate «nulle per frode». E il motivo va ricercato proprio nella cassetta postale che è risultata essere l’improbabile indirizzo di residenza di tante coppie del nostro Paese decise a battere la via inglese per divorziare.In altre parole – secondo la denuncia di sir James rilanciata ieri dal Financial Times – coppie infelici di residenti in Italia fingevano di abitare oltre la Manica per sbrigare il divorzio in gran velocità. Nel mirino della corte inglese sono finiti 179 casi, 91 dei quali già conclusi con verdetto definitivo.

In altri 18 casi è già stata emessa sentenza, ma non c’è ancora pronunciamento finale, mentre le 71 pratiche restanti sono in fase iniziale. «Si tratta di una cospirazione per deviare il corso della giustizia su scala industriale», ha insistito sir James Munby. La prova è in quell’indirizzo di Maidenhead in Berkshire, che è stato scoperto per la prima volta due anni fa e da allora è al centro di un’indagine. È stato così scoperto che si tratta solo di una base per attività commerciali con cassette postali utili per ricevere la posta destinata a tanti “signori e signore” in cerca di un’illecita scorciatoia dalle norme italiane. «Le corti inglesi – ha precisato il giudice – sono state ingannate perché indotte da una pratica fraudolenta a riconoscere la giurisdizione, accogliendo l’istanza di divorzio». La pratica è stata agevolata dalla normativa inglese che consente di presentare l’istanza in 137 diversi tribunali. Una diffusione territoriale che cesserà non appena sarà terminata la centralizzazione delle cause di divorzio attualmente in corso e che limiterà a non più di venti le autorità giudiziarie titolate a esprimersi sulla fine di un matrimonio. Resta da vedere se basterà per frenare un fenomeno che da ieri è a un punto di svolta e che promette pesanti ricadute in Italia. Non è chiaro, infatti, che sarà di tante coppie “divorziate con frode”, magari felicemente risposate e che potrebbero riscoprirsi in odore di bigamia.