E’ quanto stabilito dalla Corte di Appello di Lecce in un ricorso patrocinato dallo Studio Lazzari in cui, con una significativa sentenza, è stata confermata la necessità di attribuire la indennità di accompagnamento ai minori di diciotto anni allorquando si trovano in uno stato tale da comportare, per le loro condizioni patologiche, la necessità di una assistenza diversa e più intensa per forme e tempi di espiazione, da quella occorrente ad un minore sano.
E’ infatti assurdo pensare che un bambino, che convive con livelli glicemici instabili caratterizzate da ipo e iperglicemia possa effettuare da solo la misurazione della glicemia a decidere i relativi aggiustamenti della dieta, della terapia e della attività motoria, senza la presenza costante di un familiare o comunque di una persona che se ne assuma la responsabilità.
Non va sottaciuta poi la particolare assistenza psicologica di cui necessita un minore diabetico per ovviare al senso di frustrazione e diversità che il bambino è indotto a provare nei confronti dei pari età non afflitti da tale patologia. E’ quindi indubbio che tale minore necessiti di un’assistenza diversa e significativamente più intensa per forme e tempi di esplicazione da quella occorrente ad un minore sano, e questo a prescindere dalla circostanza che il controllo metabolico sia adeguato.
La adeguatezza di tale controllo testimonia piuttosto che proprio la corretta e costante assistenza è stata utile e anzi indispensabile per il conseguimento di un soddisfacente risultato medico.