Danno esistenziale risarcibile ogni volta che sconvolge la Vita

Con la sentenza in esame, la Corte di Cassazione ha affermato che : Il giudice deve liquidare qualunque pregiudizio a prescindere dal nome. Infatti è risarcibile il danno esistenziale quando provoca uno «sconvolgimento» della vita. Insomma, purché provato, qualunque stravolgimento dell’esistenza dà diritto al risarcimento. Ma non solo. Nelle lunghissime motivazioni la terza sezione civile ha inoltre precisato che la liquidazione deve avvenire in via equitativa. C’è molto di più. La Corte ha riconosciuto l’esistenza del danno alla perdita della vita come categoria autonoma del danno non patrimoniale e non annoverabile nel danno tanatologico o morale terminale. Sulla base di queste considerazioni il Supremo Collegio ha sancito, a carico della compagnia di assicurazione, il diritto al risarcimento in favore dei figli di un uomo depresso, suicidatosi dopo la morte della moglie avvenuta in un incidente stradale. Nelle ultime pagine della sentenza la Cassazione precisa, inoltre, che «il danno da perdita del rapporto parentale o cosiddetto danno esistenziale consiste anche nello sconvolgimento dell’esistenza sostanziatesi nello sconvolgimento delle abitudini di vita, con alterazione del modo di rapportarsi con gli altri nell’ambito della comune vita di relazione – sia all’interno che all’esterno del nucleo familiare – in fondamentali e radicali scelte di vita diversa e risulta integrato anche dallo sconvolgimento della vita subito dal coniuge a causa della morte dell’altro coniuge.