
Con la recente sentenza n. 18567/2018, la Suprema Corte ha chiarito un profilo importante concernente l’organizzazione delle strutture ospedaliere e i rapporti tra azienda sanitaria e pazienti, ossia ha stabilito quali sono i soggetti responsabili della conservazione della cartella sanitaria.
Segnatamente, per i giudici di legittimità il trasferimento della responsabilità si realizza con la consegna della cartella sanitaria da parte del medico all’archivio centrale. Invero, prima di tale consegna, responsabile è il sanitario su cui grava l’obbligo non solo di redigere ma anche di conservare la cartella sanitaria; con la materiale consegna, la responsabilità per omessa conservazione si trasferisce in capo alla struttura sanitaria.
La questione rimessa al vaglio degli Ermellini è scaturita dal decesso di un soggetto a seguito di un intervento chirurgico. Il paziente era stato sottoposto a una rivascolarizzazione miocardica tramite innesto di cinque bypass. Subito dopo l’operazione erano emerse delle complicazioni culminate, poi, con la morte. Pertanto, i parenti della vittima avanzavano richiesta risarcitoria nei confronti della struttura sanitaria che, a sua volta, chiamava in causa il personale sanitario che aveva effettuato l’intervento.
Dopo i primi due gradi di giudizio la causa era giunta dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione. In tale sede i Giudici hanno osservato che il passaggio della responsabilità nella conservazione della cartella sanitaria coincide con il momento della consegna della stessa da parte del medico all’archivio centrale.
Più precisamente, secondo i giudici di legittimità il principio di vicinanza della prova, fondato sull’obbligo di regolare e completa tenuta della cartella, le cui carenze od omissioni non possono andare a danno del paziente … non può operare in pregiudizio del medico per la successiva fase di conservazione. La Cassazione ha aggiunto, inoltre, che nell’ipotesi di smarrimento della cartella medica, gli stessi medici, rischiano di essere pregiudicati, non potendo documentare le attività che erano state regolarmente annotate su di essa, trovandosi quindi in una posizione che equivale a quella del paziente.