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Cosa fare subito dopo un incidente in moto
Subito dopo un incidente in moto o scooter, la priorità assoluta è mettere in sicurezza te stesso e chi ti accompagna. Se ti trovi in mezzo alla strada o in una zona trafficata, spostati – se possibile – in un’area sicura, evitando ulteriori rischi di investimento o impatto. Anche se sei scosso o in stato di shock, cerca di mantenere la lucidità: i minuti successivi al sinistro sono fondamentali per tutelare i tuoi diritti.
Appena ti è possibile, documenta la scena: scatta fotografie alla posizione dei mezzi, alla strada, agli eventuali ostacoli (come buche, segnali non visibili o semafori spenti), ai danni riportati e alla targa dell’altro veicolo coinvolto. Se ci sono testimoni, prendi contatto e annota i loro riferimenti: potranno rivelarsi decisivi in caso di contestazioni.
Chiama immediatamente le forze dell’ordine: il loro verbale servirà a ricostruire l’accaduto e costituirà una prova importante. In presenza di lesioni, richiedi subito l’intervento del 118: i referti medici acquisiti in fase iniziale sono essenziali per dimostrare il nesso tra l’incidente e i danni fisici subiti.
Infine, anche se ti sembra di stare bene, recati comunque al pronto soccorso: contusioni interne, lesioni muscolari e microfratture possono manifestarsi ore o giorni dopo. Senza una documentazione medica tempestiva, rischi di vedere compromesso il diritto al risarcimento.
Quali danni si possono risarcire
Quando si subisce un incidente in moto o scooter, il risarcimento può coprire una vasta gamma di danni, sia materiali che immateriali. Non si tratta solo di riparare il veicolo, ma di valutare l’intero impatto che l’evento ha avuto sulla tua vita quotidiana, sul lavoro, sulla salute e sul benessere psicologico.
I danni patrimoniali sono quelli direttamente misurabili dal punto di vista economico. Includono il costo per riparare la moto o, in caso di danno totale, il valore commerciale del mezzo al momento del sinistro. A questi si aggiungono le spese mediche (pronto soccorso, visite specialistiche, fisioterapia, esami clinici), l’acquisto di farmaci, eventuali dispositivi ortopedici e tutte le spese future previste per il recupero. Se l’incidente ha comportato un’interruzione o riduzione dell’attività lavorativa, è possibile chiedere anche il rimborso per il mancato guadagno, documentato con buste paga, fatture o dichiarazioni fiscali.
Accanto a questi, ci sono i danni non patrimoniali, spesso più difficili da valutare ma altrettanto rilevanti. In primo luogo, il danno biologico, che comprende tutte le lesioni fisiche e psichiche, temporanee o permanenti, certificate da un medico. Poi c’è il danno morale, ovvero la sofferenza interiore, il disagio e l’angoscia derivati dall’incidente e dal suo impatto sulla vita quotidiana. In alcuni casi, si può ottenere anche il danno esistenziale, che riguarda le limitazioni alle abitudini di vita, la rinuncia ad attività ricreative, sportive o affettive, e il peggioramento della qualità della vita.
Infine, in presenza di lesioni gravi o invalidanti, è possibile richiedere un risarcimento maggiore, proporzionato all’entità del danno e alla compromissione della capacità lavorativa o relazionale. Tutto questo richiede una valutazione medico-legale approfondita e una strategia giuridica solida, in grado di dimostrare e quantificare ogni singola voce.
Per questo motivo, è fondamentale conservare tutta la documentazione fin dal primo giorno: referti, scontrini, fotografie, testimonianze e certificazioni. Un avvocato esperto ti aiuterà a raccogliere le prove necessarie, a confrontarti con l’assicurazione e a far valere ogni tuo diritto.
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Le dinamiche più comuni negli incidenti in moto
Gli incidenti che coinvolgono motociclisti presentano spesso caratteristiche ricorrenti: urti laterali durante un sorpasso, mancata precedenza da parte di un’auto agli incroci, apertura improvvisa di portiere (dooring), oppure tamponamenti causati da frenate improvvise. In molti casi, i conducenti dei veicoli a quattro ruote dichiarano di non aver visto il motociclista, specialmente nei centri urbani o su strade a scorrimento veloce.
A fare la differenza sono spesso pochi istanti e una manciata di metri: la frenata su asfalto bagnato, la visibilità ridotta, o una manovra azzardata possono trasformarsi in un impatto violento. Le moto, essendo mezzi più leggeri e meno protetti, espongono il conducente a rischi maggiori rispetto agli automobilisti. Per questo, l’analisi tecnica della dinamica è fondamentale: rilievi della polizia, testimonianze, immagini di videosorveglianza o dashcam possono diventare decisivi per ricostruire l’accaduto e stabilire le responsabilità.
I dati ISTAT evidenziano come gli incidenti in moto e bicicletta abbiano un tasso di lesioni gravi superiore rispetto a quelli che coinvolgono autovetture.
Quando si può fare causa
Non tutti gli incidenti in moto portano automaticamente a una causa legale. Tuttavia, ci sono circostanze ben precise in cui fare causa è non solo possibile, ma consigliabile, soprattutto per ottenere un risarcimento completo e tutelare i propri diritti.
Si può agire legalmente quando:
- La responsabilità è chiara e attribuibile a un altro soggetto, come un automobilista che non ha rispettato una precedenza, ha aperto la portiera senza guardare o ha effettuato una manovra pericolosa.
- L’assicurazione dell’altro veicolo rifiuta il risarcimento, offre una somma irrisoria o ritarda eccessivamente la liquidazione.
- Hai subito danni fisici rilevanti, come fratture, traumi, danni neurologici o invalidità, che impattano sul lavoro e sulla qualità della vita.
- C’è stata una condotta gravemente imprudente da parte del responsabile (es. guida in stato di ebbrezza, uso del cellulare, eccesso di velocità).
- L’incidente è avvenuto per colpa della strada (es. buche, manto dissestato, scarsa segnaletica), in questi casi il responsabile può essere l’ente proprietario della strada o l’impresa manutentrice.
In tutte queste ipotesi, un’azione legale può essere l’unica strada per ottenere giustizia. Ma attenzione: prima di arrivare in tribunale, il tuo avvocato tenterà sempre una fase di negoziazione stragiudiziale, più rapida e meno onerosa. Se non si arriva a un accordo, allora sarà possibile procedere con un’azione civile.
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Tempi e modalità del risarcimento
Le tempistiche del risarcimento dipendono da vari fattori, tra cui la gravità dell’incidente, la chiarezza delle responsabilità, e il comportamento della compagnia assicurativa. Indicativamente:
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30 giorni: è il termine minimo in cui l’assicurazione è tenuta a formulare un’offerta (o a motivare un eventuale rifiuto), ma solo se il modulo CAI è firmato da entrambi i conducenti e non ci sono feriti.
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90 giorni: se ci sono feriti o lesioni personali, la compagnia ha fino a 3 mesi per valutare la richiesta, previa presentazione della documentazione medica completa (es. referti, prognosi, certificazione del danno biologico).
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Oltre i 90 giorni: se la compagnia non liquida entro i tempi previsti o l’offerta è insufficiente, si può valutare l’avvio di una causa o di una procedura di mediazione civile.
Va considerato che, in presenza di traumi significativi o danni permanenti, i tempi si allungano perché serve attendere la stabilizzazione del quadro clinico (con eventuale perizia medico-legale).
FAQ - Domande frequenti sugli incidenti in moto
Prima di tutto, metti in sicurezza te stesso e chi è coinvolto, evitando ulteriori rischi. Se puoi, fotografa la scena (posizione dei veicoli, danni visibili, tracce sull’asfalto, semafori, segnaletica) e chiama subito le forze dell’ordine e, in caso di feriti, anche i soccorsi. Anche se ti sembra di stare bene, è consigliabile recarti al pronto soccorso: alcune lesioni emergono solo dopo ore.
Sì, la raccolta delle prove è fondamentale. Oltre alle foto, cerca di annotare i nomi dei testimoni, conserva eventuali messaggi scambiati prima/dopo l’incidente, salva turni di lavoro o appuntamenti mancati. Ogni dettaglio può essere utile per ricostruire i fatti e dimostrare i danni.
Serve inviare una richiesta formale alla compagnia assicurativa, allegando documentazione medica, verbali, preventivi e tutto ciò che dimostri i danni subiti. È consigliabile farsi assistere da un avvocato esperto per non tralasciare nulla e per ottenere un risarcimento equo.
Dipende dalla complessità del caso. In media, se l’incidente è chiaro e senza lesioni, l’assicurazione deve rispondere entro 30 giorni. Con lesioni, si arriva a 90 giorni. In caso di controversie o danni complessi, i tempi possono allungarsi, specie se si va in causa.
Il risarcimento può includere:
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Danni patrimoniali: costi di riparazione, spese mediche, mancato guadagno.
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Danni non patrimoniali: biologico (lesioni fisiche e psichiche), morale (dolore e disagio), esistenziale (cambiamenti nella qualità della vita).
Tutti i danni devono essere provati con documentazione adeguata.
Sì, in casi come questo interviene il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, un ente pubblico che risarcisce chi ha subito un danno da parte di veicoli non assicurati o non identificati.
Hai 2 anni di tempo dalla data dell’incidente per far valere i tuoi diritti. In caso di lesioni gravi o morte, il termine può variare. È importante consultare un legale quanto prima.
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