Tag Archives: Sangue Infetto – Danni da Emotrasfusione e Vaccinazione

È noto che le trasfusioni di sangue siano delle fondamentali procedure mediche grazie alle quali, ogni giorno, vengono salvate migliaia di vite umane.

A volte capita, però, che mediante questa pratica terapeutica siano trasmessi virus e patologie che possono compromettere, irrimediabilmente, la salute della persona.

A tal proposito, ricordiamo lo scandalo del sangue infetto che si è sviluppato in Italia tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’90, durante tale periodo si è assistito al dilagare di epatiti ed infezioni derivanti proprio da trasfusioni contaminate.

Ebbene, quando si discute di risarcimento del danno da emotrasfusioni, occorre distinguere tra la tutela indennitaria accordata dalla legge n. 210/1992 e il ristoro che può essere conseguito avanzando una richiesta stragiudiziale o, se necessario, ricorrendo dinanzi al giudice.

Pertanto, se da un lato la legge 210 stabilisce che lo Stato debba corrispondere un indennizzo a favore dei soggetti, lesi in modo irreversibile dalla somministrazione di sangue e/o  prodotti emoderivati.

Dall’altro, l’individuo leso dalla trasfusione infetta ha la possibilità di richiedere il risarcimento dei danni, citando in giudizio i soggetti potenzialmente responsabili, vale a dire: il Ministero della Salute, che ha l’obbligo di controllo in materia d’impiego di sangue per uso medico, il personale sanitario che ha praticato la trasfusione, la struttura ospedaliera presso cui la somministrazione è stata eseguita e della casa farmaceutica produttrice del farmaco emoderivato.

Risarcimento di oltre 75.000 euro a chi dimostra di aver subito danni per il Vaccino Anti Covid

Il governo Draghi, con l’ultimo decreto Sostegni, ha stanziato ben 150 milioni di euro per risarcimenti e indennizzi per eventuali danni che potrebbero essere stati causati dai vaccini. Il presupposto è di concedere risarcimenti per chi dimostra di aver avuto un danno dai vaccini anti Covid. Il contorno normativo è quello della Legge 210 del 1992. In questa norma è previsto il riconoscimento di un indennizzo per chi subisce danni irreversibili dalle vaccinazioni obbligatorie e dalle trasfusioni di sangue. A partire da questa norma si può di certo dire che l’indennizzo è garantito per le categorie oggi obbligate alla vaccinazione

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DANNI DA EMOTRASFUSIONE: GRAVA SULL’OSPEDALE L’OBBLIGO DI DIMOSTRARE LA PROPRIA DILIGENZA

Con l’ordinanza n. 10592 del 22.4.2021, la Suprema Corte si è nuovamente pronunciata in materia di danni da “trasfusione di sangue infetto” enunciando l’importante principio di diritto secondo cui non incombe sul paziente, bensì sulla struttura ospedaliera l’onere di allegare di aver proceduto all’acquisizione e perfusione del plasma in maniera diligente e prudente, nel rispetto delle norme giuridiche e delle leges arti.  Il casus decisus La vicenda rimessa al vaglio della Suprema Corte prende le mosse da un’infezione (virus dell'HCV) contratta da una donna in conseguenza di una emotrasfusione cui la stessa era stata sottoposta in una struttura ospedaliera nel

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LA PRESCRIZIONE DEL DIRITTO AL RISARCIMENTO DEL DANNO DA TRASFUSIONE DI SANGUE INFETTO

Con la sentenza n. 17421/19 del 28 giugno 2019, la Suprema Corte è intervenuta nuovamente in tema di prescrizione del diritto al risarcimento del danno da trasfusione di sangue infetto, enunciando l’importante principio secondo cui la prova presuntiva sulla conoscenza o conoscibilità, da parte della vittima, della malattia e delle sue cause, non può mai ridursi ad una mera congettura od illazione. Il caso La vicenda rimessa all’esame dei giudici di legittimità trae spunto dall’azione esercitata da donna nei confronti del Ministero della Salute per ottenere il ristoro dei danni derivanti dall’epatite contratta a causa di una trasfusione di sangue

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Danni da Emotrasfusione e Vaccinazione

Da anni, lo Studio Lazzari si batte per tutelare gli interessi di chi ha subito gravi lesioni alla propria incolumità a causa della somministrazione di emotrasfusioni e vaccinazioni.  Può accadere, infatti, che una trasfusione di sangue infetto determini l’insorgenza di malattie che posso gravemente pregiudicare la salute del paziente; e lo stesso discorso vale per le vaccinazioni (obbligatorie o consigliate) le quali, malgrado rappresentino una fondamentale attività di prevenzione delle patologie infettive, possono talvolta produrre risvolti indesiderati, spesso temporanei e di scarsa entità, ma altre volte, purtroppo, gravi e permanenti. In tutte questi casi, i danni all’integrità psico – fisica sofferti dal soggetto sottoposto a tali trattamenti

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il Ministero risponde anche se l’infezione contratta sia stata scoperta (dalla scienza) dopo anni dal contagio

Non rileva se l’infezione contratta a causa della trasfusione di sangue infetto sia stata scoperta dalla scienza dopo diversi anni dal contagio: il Ministero della Salute sarà, in ogni caso, ritenuto responsabile poiché grava sullo stesso l’obbligo di garantire specifici controlli sulla sicurezza del sangue utilizzato per fini terapeutici. Questo è il principio enunciato dalla Suprema Corte, la quale, con l’ordinanza n. 4995 del 21/2/2019è tornata nuovamente sulla questione riguardante il risarcimento dei danni derivanti dalla trasfusione di sangue infetto. In particolare, i giudici di legittimità,  La vicenda Il caso sottoposto all’attenzione della Corte di Cassazione è scaturito dalla domanda

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L’indennizzo ex l. 210/1992 e il risarcimento danni da emotrasfusioni non possono essere cumulati

Con l’ordinanza n. 4309 del 14/02/2019 la Suprema Corte è tornata a pronunciarsi sulla tematica della compensatio lucri cum damno, già affrontato dalle Sezioni Unite. Nello specifico, il giudice di legittimità ha chiarito come nell’ambito della responsabilità da trasfusione di sangue infetto, assunzione di emoderivati e vaccinazioni, il criterio della compensatio lucri cum damno trovi applicazione in tutti i casi in cui il paziente che subisce dei gravi danni all’integrità psico-fisica o i prossimi congiunti del paziente deceduto, abbiano ottenuto sia il pagamento delle indennità previste dalla legge che il risarcimento dei danni subiti, allo scopo di evitare un indebito arricchimento

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Per la Suprema Corte non esiste alcun legame tra autismo e vaccinazione

Con la recente sentenza n. 19699 del 2018, la Suprema Corte ha nuovamente negato la sussistenza di qualsiasi nesso tra autismo e vaccinazione. La questione posta al vaglio dei Giudici di legittimità scaturisce da una richiesta d’indennizzo avanzata da un uomo al Ministero della Salute e alla Regione Campania, in quanto sosteneva cheil figlio si era gravemente ammalato a causa della vaccinazione obbligatoria a cui era stato sottoposto nel 2001. Il Tribunale di prima istanza e la Corte d’Appello respingevano l’istanza del genitore. La decisione dei Giudici di merito veniva condivisa dalla Suprema Corte, la quale ha sostenuto che“non è

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Danni da vaccinazione antipoliomielitica: l’indennizzo spetta anche se all’epoca il vaccino non era obbligatorio

La Cassazione, con una recente pronuncia, ha chiarito che i soggetti danneggiati da vaccino antipolio, somministrato nell’epoca in cui non era ancora obbligatorio, hanno comunque diritto all’indennizzo previsto dall’art. 1 della legge n. 210 del 1992. Con la sentenza n. 11339 del 10 maggio 2018, la Suprema Corte si è occupata di un’annosa questione concernente l’indennizzabilità dei danni permanenti da vaccinazioni non obbligatorie, precisando che l’indennizzo previsto dalla l. 210/1992 dovesse essere riconosciuto, in virtù dell’art 5 – quater di cui al decreto legge n. 73/2017, anche ai soggetti che subirono delle complicanze irreversibili a causa del vaccino antipolio somministrato

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danni da emotrasfusione: l’indennità spetta solo ai familiari a carico

Con la recente sentenza dell’11 maggio 2018 n. 11407, la Suprema Corte di Cassazione ha specificato i presupposti in virtù dei quali procedere all’identificazione dei soggetti legittimati a ricevere l’indennità una tantum nell’ipotesi di decesso di un congiunto causato da malattia contratta a seguito di trasfusioni, vaccini e/o prelievi. La vigente normativa concernente i soggetti legittimati a richiedere il suindicato l’indennizzo si ricava dai disposti normativi previsti alla Legge n. 210/1992, nonché dalle disposizioni contenute nella successiva Legge n. 238/1997, che ha integrato e modificato i cui contenuti della prima. Un confronto fra i due testi normativi evidenzia l'ampliamento dell'ambito di

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Trasfusione sangue infetto

Può accadere, in alcuni casi, che la trasfusione di sangue infetto possa determinare l’insorgenza malattie croniche fortemente invalidanti: in tali ipotesi si configura una lesione dell’integrità psico-fisica della persona sottoposta a tale trattamento terapeutico, che potrà essere in vario modo risarcita o indennizzata. Vittime sangue infetto La pratica trasfusionale, sebbene, da un lato, garantisca la sopravvivenza di tutti coloro che necessitano quotidianamente della somministrazione di sangue o di assumere prodotti emoderivati, dall’altro, però, è considerata un’attività connotata da una limitata percentuale di rischio, in quanto la trasfusione di qualsiasi componente ematico può comportare un sostanziale - seppur contenuto - pericolo

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Risarcimento dei danni da vaccinazione non obbligatoria

La Cassazione con la recente sentenza n. 11339 del 10 maggio 2018 è ritornata a  pronunciarsi in materia di danni da vaccinazione non obbligatoria. La vicenda posta all’attenzione della Suprema Corte scaturiva dalla domanda con cui un soggetto conveniva in giudizio il Ministero della Salute, richiedendo il risarcimento dei danni patiti a seguito di vaccinazione, all’epoca non ancora obbligatoria, antipolio tipo Salk; segnatamente, il ricorrente era risultato positivo alla poliomielite su entrambi gli arti inferiori e, pertanto, richiedeva l’indennizzo previsto dall’art. 1 della Legge 210/1992, ritenendo sussistente il nesso causale tra la menomazione sofferta e il vaccino. Il Tribunale riteneva fondata

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la prescrizione del diritto al risarcimento del danno da emotrasfusione

La Suprema Corte, con la sentenza n. 4029 del 20 febbraio 2018, ha riaffermato il consolidato principio in ordine alla prescrizione del diritto al risarcimento del danno da emotrasfusione. Ed infatti, sul punto la Corte si era già espressa sulla medesima questione con l’ordinanza n. 17227 del 13 luglio 2017, con cui aveva affrontato, in maniera chiara e puntuale, i diversi aspetti concernenti la responsabilità discendente dalla trasfusione di sangue infetto, tra cui anche quello relativo alla prescrizione del diritto al risarcimento dei danni scaturenti da tale evento lesivo. Con riferimento alla questione concernente la prescrizione, la Cassazione ha precisato

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La responsabilità di P.A. e struttura per danno da emotrasfusioni

Assume particolare rilevanza l’ordinanza n. 7814 del 29 marzo 2018 resa dalla Corte di Cassazione in tema di responsabilità della Pubblica Amministrazione e della struttura sanitaria per danni discendenti da emotrasfusioni. La vicenda trae origine dall’azione spiegata da una donna nei confronti del Ministero della Salute, della Gestione Liquidatoria dell’USL nonché della Regione Lombardia, al fine di ottenere la condanna al risarcimento dei danni derivanti dalla contrazione del virus HIV a seguito di trasfusioni di sangue avvenute durante la degenza in ospedale presso la Divisione Ostetricia,  riscontrando la positività nel 1992. Il Tribunale rigettava la domanda e la Corte d’appello di

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Indennizzo per danno da vaccino anche per il paziente operato all’estero

Il paziente che subisce un danno da vaccino o da trasfusione di sangue infetto matura il diritto all’indennizzo anche qualora sia stato sottoposto a un’operazione effettuata all’estero, a condizione che il cittadino non abbia potuto operarsi in Italia a causa delle inefficienze del Servizio Sanitario Nazionale. Tanto è stato precisato dalla Cassazione con l’ordinanza n. 5984/2017, la quale in questo modo ha esteso le tutele previste in caso di patologie derivanti da vaccini o emotrasfusioni anche a favore del cittadino italiano operato all’estero. Al tal proposito, giova rammentare che la legge prevede il diritto all’indennizzoa favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo

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Il Ministero della Salute risponde del mancato controllo su sangue ed emoderivati

Molto spesso i casi di malasanità coinvolgono un singolo medico e/o una struttura sanitaria presso cui il primo esercita la propria attività professionale. Tuttavia, diversi sono i casi in cui il soggetto chiamato a rispondere sia il Ministero della Salute, il quale è tenuto a esercitare un attento controllo su sangue ed emoderivati Ed invero, rientra nella competenza del predetto Ministero l’esercizio delle attività di controllo e vigilanza sulla pratica terapeutica della trasfusione del sangue e sull’uso degli emoderivati. In altri termini, quando il Ministero omette di eseguire un attento controllo sulle sacche di sangue e sui gli altri prodotti emoderivati, sarà ritenuto responsabile e, dunque, risponderà del

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Va indennizzato per l’epatite chi è contagiato a causa del macchinario per l’emodialisi sporco

Deve essere riconosciuto l’indennizzo per il contagio da epatite anche al paziente sottoposto a emodialisi che risulti contagiato dal suo stesso sangue a causa dei residui delle sostanze ematiche lasciati da un altro ammalato nel macchinario, evidentemente non ripulito a dovere. È quanto emerge 9148/13, pubblicata il 16 aprile dalla terza sezione civile della Cassazione. La svolta, spiegano i magistrati di legittimità, risulta dovuta all’intervento della Consulta, con la sentenza di natura “additiva” 28/2009, pronunciata sull’articolo 1, comma 3, della legge 210/92 (il giudice delle leggi era già intervenuto in materia con la sentenza 476/02). Alle norme ora bisogna dare

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Malasanità: Strasburgo condanna Italia: rivalutazione Istat sull’indennizzo da emotrasfusioni

Indennità rivalutata ogni anno in base al tasso d’inflazione per gli italiani infettati dalle trasfusioni di sangue o da emoderivati. È quanto emerge dalla sentenza emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo in data 03.09.2013 e diventata definitiva nel gennaio 2014. La controversia nasce dal ricorso di 162 cittadini italiani infettati da Hiv, epatite B o C dopo una trasfusione  o somministrazione di emoderivati: si tratta di un gruppo di pazienti residenti soprattutto in Veneto, contaminati negli anni Novanta. Ma la questione riguarda migliaia di persone nella stessa condizione, una parte delle quali ha già presentato ricorso a Strasburgo. Per

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